mercoledì 4 aprile 2012

Canapa


"Un sorriso, un bluff, uno schiaffo ... "

Un sorriso, un bluff, uno schiaffo...
Lui senza di me non può stare... io senza di lui sì. Non voglio che lui dica: «Questa è la mia donna ... ».
Io sono MIA, eppure vorrei che lui tornasse con me, che si innamorasse di nuovo di me.
L'ho lasciato io e non mi aveva neppure tradito... Ora sono disperata, per cui pensando a lui devo credere di aver smarrito una bicicletta. 
Come si fa con le biciclette perdute? O la trovi subito o non la ritrovi più. 
Ora lo volete un consiglio? Restate con i vostri fidanzati. Restateci insieme, non lasciateli, perché dopo ve ne accorgerete, non sapete quello che perdete. 
Cosa? L'amore non esiste?! Come si può sostenere che l'amore non esiste se uno impiega tante energie, soffre, è felice, è contento, sopporta tutto, o addirittura lascia ogni cosa?
L'amore esiste eccome... E' una malattia del cervello, un incontro tra due nevrotici. All'inizio si sente qualcosa, forse solo un batticuore per l'emozione che può dare la conquista. Ma poi tutto finisce e non resta che la calma piatta.
E adesso sto sola. E la sera che faccio? Ripenso a tutte le cose che io e lui ci raccontavamo quando stavamo insieme... Sto bene così? Mi fa piacere stare così?... No, sto male, mi darei una schiaffo!!! Io sto male e voi che fate... ridete? Mi sembrate tutti pazzi, come se aveste caricato casse di cocaina su un idrovolante e vi dichiaraste normali. Ma chi è normale?
Io non accetto, io non sopporto, io non voglio, ma non mi arrendo. Voglio restare per me e per gli altri un eterno enigma, altro che ridere! E non lamentatevi mai... sarà la vostra fortuna!
Gli amori giovanili? Sì certo, ma ne ho avuti anche dopo, anche ora per dire, e hanno coperto e annullato i primi. Queste sono le nostalgie più forti.
Qual'è il mio uomo più importante? Ma quello che devo ancora incontrare... no?! Cos'è la coppia? E' un nuovo gelato di crema con un po' di champagne.
Basta piangere. Per Dio, che sciocca sono, perché mi lamento, mi sono forse bagnata? Sbagliato! Sono fiera, contentissima. E' un momento molto bello. Le farfalle sono libere e le stelle sono eterne, non ho tempo per rivivere il passato. Gli amori? Piccole storie di piccola gente che non grida. 
Non mi ama più? Chi se ne frega, perché l'unica cosa che non vorrei ora è rincoglionirmi. Anzi per rincuorarmi accendo il video e mi sparo un bel Viale del tramonto. Non sono una ragazzina che va per "disco" e i bei Nights non esistono più. Alla mia età voglio essere rispettata. Io non rompo le scatole a nessuno.
La verità è che bisogna accettare fino in fondo di rimanere soli. Però bisognerebbe farlo con serenità e saggezza... E io non ne sono capace, nessuno al mondo ne è capace. Lo sappiamo fin dal momento in cui nasciamo.
E' una meraviglia se possiamo ancora mettere assieme un'idea. Ci nutriamo dei nostri veleni e viviamo nella terra di nessuno. Ma chi ha mai pensato a contestarci?
E se lo facessi io? Sarebbe troppo tardi, sarebbe proiettare un film claustrofobico in bianco e nero con velature grigie. Scusate il ritardo.
Cambiamo pagina! E se pensassi a un funerale? Non sarebbe la stessa cosa? Cosa rappresenta meglio la claustrofobia che i parenti del morto radunati in una stanza a prendere il caffè? Tra le persone vestite di scuro che parlano sottovoce mentre bevono il caffè emergono i piccoli e i grandi drammi della vita del protagonista: il morto. I problemi irrisolti, la sua insoddisfazione, la rivalità con i fratelli, l'insofferenza per gli amici appiccicosi, i corteggiamenti, etc,etc. 
E' proprio la vicinanza che crea la claustrofobia per manifestare il malessere. Meglio allora una solitudine disinvolta e guardare fuori la finestra ...
Il giardino si estende davanti a me in una morbida deriva, i colori si mischiano in tutti i modi possibili: un letto sfatto di verdi, di bruni, di aranci, di rossi, di gialli, di rosa. Non sono sola ho il mio cane, un cane vecchio. Striscia ora fuori da sotto il mio letto perennemente colorato, muove la coda, si mette dritto sulle zampe, mi annusa, mi guarda fisso e poi si allontana lentamente, lentamente, camminando tutto storto. Questa è la calda tenerezza.
Il campanello spezza l'incanto.
Vado lentamente verso la porta. Apro incuriosita. Lo vedo: è lui! E' tornato da me con un fiore in mano, che stupido!
«Ciao capra!», «Ciao montone!».
E' tardi non ti voglio più!
Chiudo la porta adagio e mi allontano riavvinta dalle mie fantasie di canapa. 
Un sorriso, un bluff, uno schiaffo... la vita pian piano se ne va.

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