Un
sorriso, un bluff, uno schiaffo...
Lui
senza di me non può stare... io senza di lui sì. Non voglio che
lui dica: «Questa è la mia
donna ... ».
Io
sono MIA, eppure vorrei che lui tornasse con me, che si innamorasse
di nuovo di me.
L'ho
lasciato io e non mi aveva neppure tradito... Ora sono disperata, per
cui pensando a lui devo credere di aver smarrito una bicicletta.
Come
si fa con le biciclette perdute? O la trovi subito o non la ritrovi
più.
Ora lo volete un consiglio? Restate con i vostri fidanzati.
Restateci insieme, non lasciateli, perché dopo ve ne accorgerete,
non sapete quello che perdete.
Cosa? L'amore non esiste?! Come si può
sostenere che l'amore non esiste se uno impiega tante energie,
soffre, è felice, è contento, sopporta tutto, o addirittura lascia
ogni cosa?
L'amore
esiste eccome... E' una malattia del cervello, un incontro tra due
nevrotici. All'inizio si sente qualcosa, forse solo un batticuore per
l'emozione che può dare la conquista. Ma poi tutto finisce e non
resta che la calma piatta.
E
adesso sto sola. E la sera che faccio? Ripenso a tutte le cose che io
e lui ci raccontavamo quando stavamo insieme... Sto bene così? Mi fa
piacere stare così?... No, sto male, mi darei una schiaffo!!! Io sto
male e voi che fate... ridete? Mi sembrate tutti pazzi, come se
aveste caricato casse di cocaina su un idrovolante e vi dichiaraste
normali. Ma chi è normale?
Io
non accetto, io non sopporto, io non voglio, ma non mi arrendo.
Voglio restare per me e per gli altri un eterno enigma, altro che
ridere! E non lamentatevi mai... sarà la vostra fortuna!
Gli
amori giovanili? Sì certo, ma ne ho avuti anche dopo, anche ora per
dire, e hanno coperto e annullato i primi. Queste sono le nostalgie
più forti.
Qual'è
il mio uomo più importante? Ma quello che devo ancora incontrare...
no?! Cos'è la coppia? E' un nuovo gelato di crema con un po' di
champagne.
Basta
piangere. Per Dio, che sciocca sono, perché mi lamento, mi sono
forse bagnata? Sbagliato! Sono fiera, contentissima. E' un momento
molto bello. Le farfalle sono libere e le stelle sono eterne, non ho
tempo per rivivere il passato. Gli amori? Piccole storie di piccola
gente che non grida.
Non mi ama più? Chi se ne frega, perché
l'unica cosa che non vorrei ora è rincoglionirmi. Anzi per
rincuorarmi accendo il video e mi sparo un bel Viale del tramonto.
Non sono una ragazzina che va per "disco" e i bei Nights
non esistono più. Alla mia età voglio essere rispettata. Io non
rompo le scatole a nessuno.
La
verità è che bisogna accettare fino in fondo di rimanere soli. Però
bisognerebbe farlo con serenità e saggezza... E io non ne sono
capace, nessuno al mondo ne è capace. Lo sappiamo fin dal momento in
cui nasciamo.
E'
una meraviglia se possiamo ancora mettere assieme un'idea. Ci
nutriamo dei nostri veleni e viviamo nella terra di nessuno. Ma chi
ha mai pensato a contestarci?
E
se lo facessi io? Sarebbe troppo tardi, sarebbe proiettare un film
claustrofobico in bianco e nero con velature grigie. Scusate il
ritardo.
Cambiamo
pagina! E se pensassi a un funerale? Non sarebbe la stessa cosa? Cosa
rappresenta meglio la claustrofobia che i parenti del morto radunati
in una stanza a prendere il caffè? Tra le persone vestite di scuro
che parlano sottovoce mentre bevono il caffè emergono i piccoli e i
grandi drammi della vita del protagonista: il morto. I problemi
irrisolti, la sua insoddisfazione, la rivalità con i fratelli,
l'insofferenza per gli amici appiccicosi, i corteggiamenti, etc,etc.
E' proprio la vicinanza che crea la claustrofobia per manifestare il
malessere. Meglio allora una solitudine disinvolta e guardare fuori
la finestra ...
Il
giardino si estende davanti a me in una morbida deriva, i colori si
mischiano in tutti i modi possibili: un letto sfatto di verdi, di
bruni, di aranci, di rossi, di gialli, di rosa. Non sono sola ho il
mio cane, un cane vecchio. Striscia ora fuori da sotto il mio letto
perennemente colorato, muove la coda, si mette dritto sulle zampe, mi
annusa, mi guarda fisso e poi si allontana lentamente, lentamente,
camminando tutto storto. Questa è la calda tenerezza.
Il
campanello spezza l'incanto.
Vado
lentamente verso la porta. Apro incuriosita. Lo vedo: è lui! E'
tornato da me con un fiore in mano, che stupido!
«Ciao
capra!», «Ciao
montone!».
E'
tardi non ti voglio più!
Chiudo
la porta adagio e mi allontano riavvinta dalle mie fantasie di
canapa.
Un sorriso, un bluff, uno schiaffo... la vita pian piano se
ne va.
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